domenica 13 gennaio 2013

Tripel, il diario di una cotta!

E' appena iniziato l'anno, ma nella mia cucina le attività sono sempre in fermento, oggi per l'occasione descrivo la mia ultima cotta, la 40° cotta prodotta, una Tripel, è un primo tentativo di questa particolare birra.
La ricetta è nata da una lunga riflessione su cosa usare e cosa non, normalmente dovrebbe essere formata da  malto pils e zucchero candito, io invece ho fatto due piccole aggiunte per fornire un pò più di complessità e avere un pò più di ritenzione di schiuma( carapils e fiocchi di frumento), poco amaro e un bel quantitativo di aroma per dare un pò di profumi a questa birra, il lievito riciclando l'abbey II con un bello starter attivissimo...
La cotta inizia il giorno precedente con la macinazione dei grani con il mulino, di solito è un'operazione che svolgo sempre il giorno prima per avere più tranquillità la mattina successiva, poi per questa birra soprattutto, con i suoi oltre 7 kg di malto macinato, il tempo che avrei perso la mattina mi avrebbe fatto finire a cena, invece così posso cominciare subito con le pentole da mettere sul fuoco.
La mattina inizia con la preparazione della pentola con il filtro e il calzino per mantenere la temperatura, con il foglio della ricetta sul tavolo, metto l'acqua e preparo il Phmetro che andrà usato in seguito, appena  pronta l'acqua si procede al mash in, considerando che non faccio il protein rest, si va direttamente a fare 

la saccarificazione, nei primi minuti una controllatina con il phmetro se il ph è corretto se no una piccola aggiunta di acido citrico, quindi per una buona fermentabilità si procede per circa 60 minuti a 63-64°, poi una piccola sosta a 72°, dopo una controllatina al test dello iodio, si può andare al mash out. Nella fase  
di saccarificazione, durante le lunghe attese, sfrutto il gas per scaldare l'acqua per la pentola dello sparge, così appena arriva a temperatura la posso accantonare per le ultime procedure della pentola del mash, quando sono quasi pronto per la filtrazione, ovviamente avendo prima acidificato l'acqua di sparge, 
preparto il sistema di flysparge, sistemo tutta l'attrezzatura nella giusta posizione e vi posso assicurare che farlo sui fornelli della cucina non è proprio il miglior modo per sistemarsi l'attrezzatura, ma con un pò di esperienza si impara quali sono le posizioni giuste, così dopo qualche minuto in cui si fa riposare i mosto da filtrare in modo che si formi un buon letto di trebbie, poi si procede con una prima filtrazione, a parte mettendo in una brocca il liquido raccolto, si procede fino a che il liquido non è privo o quasi di rimasugli e polveri in sospensione, questo 
quantitativo o visto con l'esperienza che può variare sia dai grani che dal quantitativo, infatti in questo caso c'è voluto più tempo visto il grosso quantitativo di malto, probabilmente durante i vari rimescolamenti un pò dei grani più fini e delle farine passano nello spazio sotto al filtro e più grani ci sono più ne passa,così dopo vari passaggi del filtrato posso cominciare a far andare il ,
filtrato nel tino dove raccolgo il mosto, ogni tanto comunque qualcosa che magari si smuove passa lo stesso, ma facendo poi un altro travaso dal tino di raccolta alla pentola di bollitura, mi trovo tutto sul fondo del primo, non avendo quasi niente che và poi in bollitura.
Finita la filtrazione si procede con la bollitura, mentre il filtrato si riscalda per arrivare alla temperatura di bollitura, controllo la densità del mosto con il rifrattometro, procedo di solito con 2-3 misurazioni per avere un buon riscontro con la ricetta, sicuro di avere i dati giusti riadatto le gittate di luppolo e provvedo a fare le varie pesature a seconda delle gittate, a questo punto il mosto sta per bollire, così appena inizia attendo qualche minuto che sia bella vigorosa e che crei quella piccola pellicola in superficie di proteine o schifezze varie che preferisco sempre togliere, poi inizio la bollitura con i vari tempi, dopo i 60 o 90 minuti a seconda del tipo di birra, si procede con il raffreddamento, quei 30-40 minuti dopo la temperatura del mosto è pronta per il travaso, nel mentre disinfetto tutta l'attrezzatura e preparo l'ossigenatore per il dopo travaso,
 
quando è tutto pronto, procedo con un bel whirpool e successivamente con il travaso stando attendo a non far andare troppo luppolo nel fermentatore, solitamente qualcosa va sempre e non mi preoccupo molto di questo visto che dopo qualche giorno trovo tutto bello piantato sul fondo del fermentatore, poi è arrivato il momento dell'ossigenatore e dell'inoculo del lievito e poi il fermentatore sarà pronto per essere posto per la cella di fermentazione e tutto il tempo di cui avrà bisogno per la sua fermentazione/maturazione.
Spero che vi interessi questo piccolo diario di giornata, in modo che possa chiarire le idee a chi le ha ancora confuse e che la lunghezza non vi abbia troppo stancato la lettura.
Alla prossima